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Il 26 aprile 2022, all’età di 96 anni, dopo aver festeggiato per l’ultima volta la Festa della Liberazione, Augusto Marini ci ha lasciati per ricongiungersi con la sua amata moglie Rosalia Kosmacin.
Oltre ad un padre, un fratello, uno zio, un nonno, un bisnonno, ci ha lasciato uno degli ultimi monumenti viventi della Resistenza italiana e di tante altre faticose e a volte dolorose battaglie per la Libertà, politiche, sociali e sindacali, aggiungendosi così all’elenco della Memoria di tutte quelle persone che ci hanno consentito di vivere liberi.

Il discorso di Commiato Civile ad Augusto - 29 aprile 2022 - Spinea (VE)
Ringraziamo quanti oggi hanno voluto partecipare a questo momento di saluto ma anche tutte le persone che in questi giorni ci hanno circondato di affetto e segni di stima per Augusto.
Un ringraziamento a Rafaele Sartor dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani e a Luciana Mion, rappresentante dell’ANPI provinciale, che ci hanno testimoniato quanto la storia di Augusto sia stata caratterizzata da impegno e valori.

Grazie anche della presenza a Loredana Mainardi e a Silvano Checchin che hanno sempre dimostrato tanta vicinanza ad Augusto durante le precedenti Amministrazioni del Comune di Spinea, ma anche successivamente e al di fuori delle loro cariche istituzionali.

Oggi sono presenti, oltre a noi figli Roberto, Marino e Luciano, le nuore, le nipoti, il nipote e tanti amici. Lo pensano da lontano – in qualche caso da molto lontano – i figli Sonia e Sergio, la sorella, i nipoti e pronipoti.

E’ inutile cercare di ricordare le molte vite che ha vissuto Augusto, per la maggior parte del tempo assieme alla sua amata Rosa, perché sono così dense di originalità e di valore che raccontarle è difficile, tanto che ha voluto farlo lui stesso raccontando pubblicamente alcune parti per lui salienti del suo tempo, in due libri. Ma anche perché sono storie conosciute da molti di voi perché si sono sempre intrecciate con la sua famiglia o con fatti e momenti comuni a molti... quindi fatti storici.
Ecco, se dobbiamo associare una parola a Augusto è sicuramente “Storia”. L’abbiamo scritta qui negli appunti con la S maiuscola perché, come molte persone del suo tempo, ha vissuto negli anni in cui è stata costruita la Storia su cui ci appoggiamo ancora oggi. Augusto, lo sapete, di questa Storia è stato diretto protagonista.
Ma Augusto era anche padre, fratello, suocero, zio, nonno amorevole. Aveva una simpatia, a volte brontolona, che ti lasciava sempre e comunque delle belle sensazioni.

Da giovane suonava ed ha sempre cantato, a squarciagola, con Rosa, con noi e con gli amici.
Gli piaceva mangiare. Beveva poco, ma quando era in allegra compagnia sembrava un vichingo in osteria il venerdì sera.
Era proprio simpatico Augusto.

Ma era anche severo nella sua visione della vita, sempre molto critico con il mondo ma sempre ancorato ai suoi valori fondamentali, forgiati da un’infanzia difficile a Treviso, da una giovinezza incredibile durante la guerra partigiana, poi nella Jugoslavia di Tito, nei campi profughi italiani, nella fredda Danimarca e infine qui, a Spinea, dove ha trovato la sua pace, ma continuando sempre a battagliare, a volte col sorriso a volte col broncio.
Di tutto questo vivere ci ha lasciato molto: il senso di giustizia, il valore dell’uguaglianza fra le persone, la difesa dei diritti, la curiosità della Scienza.

In sottofondo sentite canzoni che gli assomigliano, ma c’è n’è anche una che canta proprio lui in un cd inciso anni fa con Beppa che è qui, Cimo che è qui fuori e Paolo che è uno degli amici che lo pensano da lontano. La canzone è “Festa d’Aprile”, una allegra canzone partigiana che celebra la Liberazione... e tutto questo è così simbolico e coerente che non c’è null’altro da aggiungere!

Sul feretro abbiamo appoggiato le sue medaglie, la sua bustina da partigiano che teneva sempre in testa ad ogni 25 aprile e la bandiera della Brigata Garibaldi.
Io, Marino e Roberto in questi giorni stiamo facendo ordine per chiudere la casa di Augusto in via Palestro n. 4 e abbiamo trovato molte bandiere : la bandiera della Pace, la bandiera italiana, la bandiera danese, la bandiera slovena, la bandiera della FIOM e la bandiera del Partito Comunista Italiano. Qui non ci stavano tutte, per cui abbiamo scelto quella della Brigata Garibaldi che probabilmente lo rappresenta di più, perché Augusto non è stato sempre pacifista, né sempre italiano, o danese o sloveno e neanche sempre comunista o operaio, ma di sicuro è sempre stato un partigiano.

Non resta che salutarlo con una frase che diceva sempre: Viva la Libertà!